L’effimero è una costante nella storia dell’architettura: sia in relazione a manifestazioni celebrative, festival ed esposizioni, sia nell’ambito delle costruzioni ausiliarie per la realizzazione di ponti, o come soluzione abitativa temporanea. Il fascino di queste costruzioni risiede proprio nella loro limitata durata di vita e di utilizzo, nella sfida che pongono agli architetti, ai pianificatori, agli artisti e alle maestranze coinvolte. Le origini di queste tipologie architettoniche, così diverse fra loro, risalgono forse alle nostre radici nomadi ovvero alla tenda – l’esempio per eccellenza di «costruzione volante».
Per questo numero le nostre autrici e i nostri autori ci hanno fornito un’interessante selezione di esempi, che dimostrano come a dispetto della sua complessità l’architettura effimera sia ricorrente e di un certo rilievo. Ogni epoca esprime attraverso il manufatto effimero la propria idea di celebrazione, materializzandola con i mezzi tecnici a disposizione. Il carattere evanescente e ludico di queste costruzioni soddisfa un’esigenza sperimentale e invita a riflettere sullo spazio pubblico e sulla partecipazione sociale.
La storia del Locarno Film Festival rivela in modo esemplare come dal 1946 a oggi questo evento funzioni come un laboratorio urbano e come campo di sperimentazione. L’Esposizione nazionale svizzera del lavoro femminile (Saffa) del 1958, dal canto suo, documenta come il gruppo di lavoro presieduto da Annemarie Hubacher abbia sfruttato al meglio l’esigua disponibilità finanziaria per creare la cornice architettonica di questo evento valendosi di notevole ingegno, di materiali economici e di elementi edili riciclati, all’insegna di un’attitudine minimalista.
Dossier 1
Eliana Perotti, Katia Frey
Erfindungsreich, modern und kostengünstig
Die Bauphilosophie der ephemeren Ausstellungsbauten an der Saffa 1958
Riassunto
Creatività, modernità ed economia: la filosofia architettonica delle costruzioni effimere presso l’esposizione Saffa 1958
Presso l’esposizione svizzera del lavoro femminile (Saffa 1958), presentata al pubblico svizzero ed internazionale nell’estate del 1958 sulla riva sinistra del lago di Zurigo, oltre ai padiglioni espositivi era possibile visitare numerose altre costruzioni effimere, edificate per accogliere differenti funzioni, ovvero spettacoli ed eventi, gastronomia e shopping, unitamente a spazi dedicati al riposo e al raccoglimento. L’architetta capo Annemarie Hubacher e il suo team di architette reagirono alle limitate risorse finanziarie disponibili per l’allestimento dell’esposizione con una strategia differenziata, che univa all’ingegno creativo tecnologie edilizie innovative, materiali economici e strutture riciclabili. Lo spirito architettonico di queste costruzioni espositive le colloca in una tradizione moderna di progettazione sperimentale femminile che con attitudine minimalista ha sviluppato soluzioni edilizie effimere compatte, economiche e movibili.
Dossier 2
Johann Clopath
Gerüstbauer von Weltruf
Richard Coray als Pionier der Bautechnik
Riassunto
Il costruttore di centine Richard Coray
Richard Coray (1869-1946) è tra i principali costruttori di centine della prima metà del XX secolo. Con i suoi manufatti ha reso possibile la realizzazione degli ampi ponti della Ferrovia Retica, considerati ancora oggi tra i capolavori di questa tipologia ingegneristica. Nato nel 1869 a Trin (GR), Coray ha compiuto un apprendistato di carpentiere, poi ha studiato per tre semestri alla scuola tecnica superiore di Winterthur. La sua peculiare capacità di «leggere» il legno e il suo occhio esperto gli hanno consentito di individuare le travi adatte per le sue complesse costruzioni e di riuscire a collocarle in modo da ottenere delle impalcature estremamente stabili. Accanto al suo lavoro nei Grigioni, Coray ha realizzato spettacolari centinature anche nei cantoni Appenzello e San Gallo, così come, nella prima metà degli anni Venti, grandi impalcature in Romandia. I manufatti di Coray si distinguono per le dimensioni imponenti, come per esempio la struttura costruita nel 1933, con una lunghezza di quasi 100 metri, per il Pont de Gueuroz sulla gola di Trient presso Martigny, a un’altezza di 192 metri sul letto del fiume. La sua fama è legata anche alle centine realizzate all’estero, nell’Asia Minore e nel Montenegro.
Dossier 3
Jürg Conzett
Kühnes Bauen
Richard Corays Gerüstturm für den Bau des Sitterviadukts
Riassunto
L’impalcatura a torre di Richard Coray per la costruzione del viadotto della Sitter
L’impalcatura più ardita realizzata da Coray è quella a torre del viadotto della Sitter lungo la linea ferroviaria lago di Costanza-Toggenburgo (oggi «Südostbahn») vicino a San Gallo. Il viadotto si estende sull’ampia valle della Sitter, la Sittertobel, a un’altezza di circa 100 metri. Si compone di tre parti: lungo i due versanti della valle l’impalcato ferroviario è retto da arcate in muratura, mentre nella parte centrale da una travata reticolare in ferro lunga 120 metri e con un peso pari a 920 tonnellate. All’epoca del suo compimento, nel 1910, il viadotto della Sitter era tra i più grandi e alti ponti dell’Europa centrale.
Dossier 4
Gabriele Neri
Il Locarno Film Festival
Un laboratorio architettonico e urbano 1946-2022
Riassunto
Il testo ripercorre gli interventi architettonici e urbani che hanno segnato la storia del Festival del Film di Locarno, dal 1946 fino ai nostri giorni. Dal Grand Hotel Locarno, primo spazio della kermesse, il Festival si è spostato in varie sedi, costruite su misura o ricavate da luoghi esistenti. Tra i molti progetti e temi sviluppati, è da sottolineare il carattere urbano e scenografico di installazioni effimere – piccole e grandi – che da oltre mezzo secolo cambiano ciclicamente il volto della città, a cominciare dall’invenzione di Livio Vacchini in Piazza Grande, attorno alla quale si sono poi sviluppate soluzioni alternative e complementari. Molteplici sono state anche le soluzioni per una sede permanente, che hanno portato alla realizzazione del Palazzo del Cinema, ultimato nel 2017. Grazie all’esplorazione dei documenti conservati presso l’Archivio del Festival di Locarno e altri archivi, emergono numerosi progetti – in parte realizzati, molti rimasti sulla carta – che dimostrano la vitalità del Festival come eccezionale laboratorio sperimentale in dialogo con la città.
Dossier 5
Kristel Amadane-Huguet
Les émules du Globe Theatre
Du théâtre de Shakespeare à la Tour Vagabonde
Riassunto
Dal Globe Theatre di Shakespeare alla Tour Vagabonde
Alla fine del XVI secolo si affermò a Londra una nuova forma di teatro, designata oggi come elisabettiana. Il Globe Theatre, sede della compagnia teatrale del celebre William Shakespeare, faceva parte di questa tipologia architettonica. Il teatro fu attivo tra il 1599 e il 1644, data in cui venne demolito a seguito della vittoria dei puritani. Il Globe Theatre costituisce un’inesauribile fonte di ispirazione ed è stato ripetutamente imitato. Una delle repliche più fedeli è quello ideato dall’attore americano Sam Wanamaker, inaugurato a Londra nel 1997. L’influenza esercitata dal mitico edificio londinese trova un riscontro perfino in Svizzera, nella Tour Vagabonde: un teatro itinerante e un’istituzione culturale friburghese fondata dagli Ateliers de l’Orme nel 1996 sul modello dei teatri elisabettiani. Le innegabili affinità con l’edificio londinese attestano l’orgoglioso legame con il modello britannico.
Dossier 6
Lukas Zurfluh
Flüchtig und dauerhaft zugleich
Die Architektur der Expo 64 in Lausanne
Riassunto
Effimera e duratura al contempo – l’Expo 64 di Losanna
La quinta Esposizione nazionale di Losannasi distingueva per una marcata polarità tra elementi effimeri e duraturi. Alle costruzioni leggere e smontabili si contrapponeva un paesaggio espositivo in ampia parte rimodellato per l’occasione. Entrambi gli interventi, fondamentalmente antitetici, si ispiravano alle linee guida urbanisticoarchitettoniche della Città nuova e del multicellulaire da una parte, e al motivo della ricostruzione, che aveva distinto le esposizioni nazionali svizzere fino al cambio di secolo, dall’altra. Ogni generazione dovrebbe poter vivere l’esperienza della costruzione, dello smontaggio e della ricostruzione. Ogni 25 anni, nell’ambito di un’esposizione nazionale, tutte le cittadine e i cittadini svizzeri devono poter appurare da dove vengono e dove vogliono andare; i fondamenti della cultura svizzera, spesso relegati nell’oblio, devono quindi diventare, per breve tempo, una realtà fruibile e praticabile.
Dossier 7
Heiko Dobler
Das Franzosenhaus und die Badenfahrt
Wie das Franzosenhaus gleich zweimal abgebrochen wurde
Riassunto
La Casa dei francesi e la «Badenfahrt»
La festa popolare della «Badenfahrt», celebrata ogni dieci anni nella città di Baden, è parte integrante del patrimonio culturale immateriale della Svizzera. Le origini storiche della festa risalgono agli eventi sociali che si svolgevano quando la città era sede della Dieta federale e importante stazione termale. In occasione della «Badenfahrt» del 1982 - sul luogo dove un tempo sorgeva un rappresentativo edificio storico adibito ad alloggio per gli ambasciatori francesi durante la Dieta federale e demolito verso la metà del XIX secolo - venne eretta per pochi giorni una quinta architettonica ideata dallo scenografo Toni Businger. Se l’ubicazione di questo padiglione, detto «Casa dei francesi», evocava la precedente dimora storica, l’aspetto formale è invece una libera interpretazione dell’artista. Benché presentata per pochi giorni, la quinta è rimasta per la società e la politica uno stimolo per ripensare il tema della città aperta del XIX secolo e per discutere sul rinato desiderio di recupero di icone cittadine andate perdute.
Dossier 8
Fabian Felder
Bauen auf Zeit
FOGO – ephemere Architektur mit beständigen Werten
Riassunto
FOGO – architettura effimera con valori duraturi
Dal 2018 il Geerenweg-Areal è abitato da rifugiati, studenti, nomadi e giovani in formazione. L’utilizzo temporaneo dell’area retrostante la stazione di Zurigo-Altstetten ha implicato una soluzione architettonica che coniugasse efficienza dei costi e requisiti ecologici, tenendo conto delle esigenze di chi avrebbe vissuto per qualche tempo in questi alloggi. La soluzione scelta è quella di un assieme di strutture modulari in legno. L’esempio di FOGO attesta il potenziale degli utilizzi temporanei – anche come ambito sperimentale per nuove forme di abitazione e di vita – e dimostra la capacità di integrazione di simili costruzioni nel contesto urbanistico.
Dossier 9
Anastasia Gilardi
Gli apparati effimeri per le Processioni della Settimana Santa di Mendrisio
Tre esempi dall’ordinario allo straordinario
Riassunto
A Mendrisio si conservano tre tipologie differenti di apparati effimeri connessi con le celebrazioni della Settimana Santa: dalle più comuni sagome dipinte che animavano le finte strutture architettoniche per il “Sepolcro di Cristo”, allestito nella chiesa di Santa Maria in Borgo, all’altare posticcio per ospitare la statua vestita della Madonna addolorata in occasione del Settenario ad essa dedicato, fino agli straordinari “trasparenti”. Questi ultimi sono centinaia di dipinti traslucidi eseguiti a partire dal 1791 che alterano per circa un mese la percezione spaziale delle strette vie del centro storico; la loro eccezionalità ha determinato l’iscrizione delle Processioni storiche di Mendrisio al patrimonio culturale immateriale dell’Unesco nel 2019.
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Nicole Pfister Fetz, lic. phil. I, présidente de la SHAS
Billet de la présidente
Pour un patrimoine culturel diversifié
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Saskia Ott Zaugg
Die GSK zu Gast in Schaffhausen
An der 142. Generalversammlung der GSK würdigten der Schaffhauser Regierungsrat, der Stadtpräsident und die kantonale Denkmalpflegerin die hohe Bedeutung und das eindrückliche Engagement der GSK für die Baukultur. Schaffhausen rühmt sich einer hohen Dichte hochrangiger Kulturdenkmäler – und will diese mit weiteren Kunstführern und einer Neuauflage der Kunstdenkmälerbände in Zukunft noch sichtbarer machen.
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Otto Tschumi – surreale Welten im Schloss Spiez
Die diesjährige Sommerausstellung im Schloss Spiez ist dem Berner Maler, Zeichner und Grafiker Otto Tschumi (1904–1985) gewidmet. Als einer der bedeutendsten Vertreter des Schweizer Surrealismus schuf er einen tiefgründigen Kosmos in leuchtender Farbigkeit und voller surrealer Traumgebilde, die Raum schaffen für die Phantasie.
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Martin Gantner
Platz da!
Carola Jäggi/Andrea Rumo/ Sabine Sommerer (Hgg.)
Platz da!
Genese und Materialität des öffentlichen Platzes in der mittelalterlichen Stadt
Schweizer Beiträge zur Kulturgeschichte und Archäologie des Mittelalters,
Band 49 Basel: Schweizerischer Burgenverein, 2021 240 S.
ISBN 978-3-908182-33-7
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