Uno sguardo ai contributi di questo numero rivela la vasta e composita tradizione sottesa alla categoria spaziale del salone delle feste. L’evoluzione che dai saloni delle case rurali e dalle sale delle corporazioni passa attraverso i saloni per le feste delle fortezze, dei palazzi comunali, dei castelli e dei conventi, fino alle sale delle feste dei palazzi municipali, degli alberghi e delle università, evidenzia come le feste e gli eventi celebrativi implicassero ognuno specifiche esigenze formali e ornamentali. Se ampliamo lo spettro tipologico a tempi più recenti, incontriamo le costruzioni temporanee per le feste del XIX e degli inizi del XX secolo, così come gli stabili artigianali e industriali riconvertiti a nuova destinazione d’uso che oggi vengono utilizzati per manifestazioni culturali di vario genere. Dove un tempo si produceva birra o si costruivano navi, oggi si celebrano concerti, feste o spettacoli teatrali: gli spazi industriali diventano padiglioni per le feste e hotspot culturali.
Se numerosi esempi appartenenti a questa categoria architettonica denotano un carattere d’opera d’arte totale, ciò vale in particolare per i saloni delle feste degli alberghi, che all’inizio del XX secolo vantavano una straordinaria ricchezza decorativa e tematica. La trasformazione della cultura delle feste e il passaggio alla moderna società dei servizi sono particolarmente evidenti se si confrontano i favolosi saloni degli alberghi della Belle Époque e gli odierni ambienti industriali: dove un tempo le sale erano ornate con stucchi e affreschi, oggi i sobri accenti estetici sono determinati da pozzi di ventilazione, strutture metalliche e fasci di cavi.
Essay | Essai | Saggio
Pasquale Zarriello
Festsäle – Vielfalt und Wandel
Riassunto
Varietà e cambiamenti: l’architettura dei saloni per le feste
I saloni per le feste sono sempre stati delle opere d’arte totali, come dimostrano la loro complessità formale e la ricchezza degli arredi rivelatisi nel corso dei secoli. Essi fanno parte di una tipologia spaziale che vanta una lunga tradizione: case rurali, sale di corporazioni, palazzi comunali, fortezze, castelli, conventi, palazzi municipali, università, sedi di associazioni, alberghi ed edifici culturali includevano quasi sempre una o più sale per le feste, nelle quali gli ospiti potevano comportarsi secondo le consuetudini del loro ceto sociale o al contrario rompere con le etichette. I saloni per le feste costituiscono pertanto una straordinaria testimonianza dei cambiamenti sociali avvenuti in Europa.
Dossier 1
Jürg Schweizer
Der Festsaal im Schloss Spiez von 1614
Dank hochbegabter Stuckateure wird die alte Burg im 17. Jahrhundert in ein strahlendes Schloss verwandelt
Riassunto
Il salone delle feste del 1614 nel Castello di Spiez
Franz Ludwig von Erlach fu un esponente politico di rilievo all’epoca della Guerra dei Trent’anni. Titolare della signoria giurisdizionale di Spiez e dei suoi beni, fra il 1598 e il 1627 trasformò gradualmente l’interno della fortezza medievale in un rappresentativo castello. Da artisti della famiglia Castelli di Melide e Brando fece ornare di stucchi l’atrio del piano terreno, convertito in vestibolo, l’atrio del primo piano, l’ampio corridoio, un salotto e il grande salone delle feste, creando un insieme di decorazioni che anticipava i princìpi strutturali dello stile barocco e che non aveva termini di paragone nell’architettura profana dell’epoca. Poiché fino al 1939 queste decorazioni erano state considerate di origine ottocentesca, si sono conservate solo quelle situate al secondo piano. L’effetto luminoso del salone, ancora oggi sorprendente, è riconducibile all’utilizzo esclusivo di stucchi bianchi, così come all’estro narrativo dei fregi perimetrali, istoriati con la parabola del figliol prodigo e con la storia di Susanna e Daniele.
Dossier 2
Alexandra Ecclesia
Le décor en stuc du Château de Nyon
Un projet ambitieux resté inachevé ?
Riassunto
Gli stucchi del Castello di Nyon
I quasi 150 frammenti di stucco riportati alla luce nel 2000, durante il recente restauro del Castello di Nyon, attestano una ricca decorazione che con ogni probabilità ornava una delle stanze più ampie del castello. Si tratta senza dubbio di un progetto incompiuto, risalente alla prima metà del XVII secolo. L’assenza di fonti documentarie e la conservazione molto frammentaria delle decorazioni hanno reso opportuno il ricorso a un’analisi stilistica. Il presente contributo illustra gli assiemi più rappresentativi, raggruppati in base alla loro morfologia, al fine di stabilire una tipologia che permetta di ricondurli a possibili modelli e quindi di formulare una datazione. Lo studio in corso permetterà nuovi paragoni e, forse, la ricostituzione di questo assieme di valore eccezionale rispetto alla produzione regionale.
Dossier 3
Bernhard Furrer, Marcel Berthold
La salle de l’Inter à Porrentruy, au centre de la vie sociale
La renaissance d’une salle polyvalente à Porrentruy
Riassunto
Al centro della vita sociale: il salone delle feste dell’Hotel International a Porrentruy
L’Hotel International a Porrentruy è tra i rari esempi di rilievo di architettura e di arredi in stile Liberty nel Canton Giura, quantunque in una variante più sobria. Nonostante l’insuccesso economico dell’albergo, il grande salone delle feste divenne un luogo di richiamo culturale, politico e sociale. Grazie a contributi privati, il comune di Porrentruy ha potuto acquistare e restaurare l’edificio. La ristrutturazione ha sollevato alcuni interrogativi di fondo su quali fossero le trasformazioni ammissibili della struttura preesistente, sulle dimensioni del nuovo corpo di fabbrica per il teatro, considerato imprescindibile per il funzionamento della struttura, e su come quest’ultimo dovesse integrarsi nel compatto nucleo storico. L’esigenza primaria è stata quella di conservare il ruolo del salone come luogo di richiamo sociale. Il restauro degli ambienti interni ha riportato alla luce la cromia riccamente differenziata degli stucchi e delle pareti, che ha potuto essere ripristinata almeno in parte.
Dossier 4
Roland Flückiger-Seiler
«Der Märchenzauber König Laurins …»
Von der einfachen Gaststube zum luxuriösen Hotel-Festsaal
Riassunto
Dalla semplice stanza per gli ospiti al lussuoso salone alberghiero
I saloni delle feste che nella Belle Époque segnarono l’apogeo della vita alberghiera portano a compimento l’evoluzione spaziale degli ambienti comuni maturata nell’architettura alberghiera del XIX secolo. La loro storia prese avvio con la «Gaststube», una sala semplice e funzionale per gli ospiti, tipica delle locande intorno al 1800. Negli anni 1820-30, negli alberghi più rappresentativi, comparvero le prime sale da pranzo decorate con stucchi. Tre decenni più tardi, gli architetti più innovativi progettarono la sala da pranzo come ala annessa a edifici sempre più grandi e gradualmente designati come Grand Hôtel. Solitamente questi ambienti erano ornati con numerosi stucchi e affreschi. Negli alberghi di lusso della Belle Époque, che anche in Svizzera presero sovente il nome di «Palace», il ricco programma degli spazi comuni venne spesso integrato con un salone delle feste, talora corredato con un palcoscenico, a volte perfino con palchetti e balconate. All’inizio del XX secolo, il salone delle feste quale forma prototipica della sala polifunzionale è riscontrabile anche in molteplici locande di campagna.
Dossier 5
Nicole Froidevaux
Modeste mais coquette
La Grande Salle de l’hôtel de la Truite à Champ-du-Moulin
Riassunto
Modesta ma graziosa: la «Grande Salle» dell’Hôtel de la Truite a Champ-du-Moulin
Alla fine del XIX secolo, nell’insediamento rurale e protoindustriale di Champ-du-Moulin, per iniziativa di alcuni amanti della natura e del pittoresco e in contrapposizione ai grandi cantieri di infrastrutture industriali nel bacino del fiume Areuse, nacque una struttura alberghiera. Depositari della tradizione di accoglienza lungo il sentiero delle gole dell’Areuse, l’Hôtel de la Truite, allestito in un’antica dimora rurale, e l’adiacente «Grande Salle», costruita nel 1906 dall’architetto Henri Chable, sono stati da poco restaurati. Il grande salone per le feste si distingue per l’architettura Heimatstil e per le decorazioni interne dipinte con l’aiuto di stampini; grazie alla sua omogeneità costituisce un esempio raro nel Cantone di Neuchâtel di sala per le feste costruita come annesso esterno all’albergo.
Dossier 6
Vincenza Sutter
Le sale per le feste nel concetto di riconversione della Fabbrica Tabacchi
Incontro fra culture e polifunzionalità al Centro Dannemann di Brissago
Riassunto
Le sale per le feste del Centro Dannemann, rientrano nel concetto di riconversione in centro polifunzionale che, alla fine degli anni Novanta, hanno interessato la Fabbrica Tabacchi di Brissago. Questo impianto d'origine Ottocentesca, è stato riqualificato dall'intervento dell'architetto locarnese Bruno Brunoni (1906-2000), al termine degli anni Trenta, diventando un punto di riferimento per la regione. Nonostante si sia verificato il declino della capacità produttiva durante il secolo scorso, l'impianto ha saputo rinnovarsi grazie alla valorizzazione della propria posizione strategica sullo specchio lacustre, diventando una testimonianza dei cambiamenti socio-economici avvenuti nel corso di più di un secolo e mezzo di permanenza sul territorio. La presenza del lago permea anche gli spazi interni della manifattura, offrendo una scenografia ideale per le ricorrenze da celebrare.
Dossier 7
Bruno Corthésy
Jean-Jacques Mennet, peintredécorateur de grandes salles
Riassunto
Jean-Jacques Mennet, autore delle pitture murali di numerose sale di spettacolo vodesi
Jean-Jacques Mennet (1889-1969), la cui carriera raggiunse il suo apogeo nel periodo compreso tra le due guerre mondiali, fu autore di pitture murali in numerose sale di spettacolo vodesi, in particolare delle sale di Nyon (1932) e La Tour-de-Peilz (1935). Legato agli architetti Alphonse Laverrière e Eugène Mamin, diede prova del suo talento anche nelle decorazioni di cinema, teatri e ristoranti. Straordinariamente attivo, lavorò inoltre come illustratore, cartellonista e designer. Fu docente, nonché editore e promotore di una rivista notevole, Vie, art et cité. Oggi è quasi dimenticato e solo pochissime delle sue opere monumentali si sono conservate. Come è possibile che creazioni di tali dimensioni e realizzate per luoghi così emblematici siano andate quasi interamente perdute?
Dossier 8
Patrick Schoeck-Ritschard
Auf Zeit gebaut
Temporäre Festbauten der nationalen Verbände
Riassunto
Costruzioni effimere: i padiglioni temporanei per le feste delle associazioni nazionali
A seguito del loro carattere prevalentemente temporaneo, solo pochissime testimonianze architettoniche della cultura svizzera delle feste del XIX e del XX secolo si sono conservate fino a oggi. L’architettura e le decorazioni degli stabili per le feste sono però attestate da innumerevoli rappresentazioni iconografiche e descrizioni testuali delle feste nazionali di ginnastica, di tiro e di canto. Il materiale di costruzione dei padiglioni e dei relativi annessi, in grado di ospitare diverse migliaia di ospiti, era quasi esclusivamente il legno. Se sul piano costruttivo gli edifici erano piuttosto sobri, le decorazioni con bandiere, stendardi, dipinti e quinte scenografiche avevano l’importante ruolo di dare espressione all’identità delle associazioni nazionali intese come catalizzatori di persone animate da interessi comuni.
Dossier 9
Simon Baur
Vom Ballet mécanique zum Hochzeitsmarsch
Wie Industrieanlagen und Werkhallen zu Festsälen werden
Riassunto
Dal Ballet mécanique alla Marcia nuziale
I mutamenti economici degli scorsi decenni, il trasferimento oltreoceano dei luoghi di produzione, così come la cessione di attività e le fusioni hanno portato in Svizzera alla demolizione o alla riconversione a nuova destinazione d’uso di numerosi siti industriali. Che si tratti di ex aziende meccaniche, birrifici, centrali idroelettriche o gallerie commerciali, gli spazi dismessi sono stati appropriati e trasformati per nuove esigenze dagli inquilini più diversi. Nella maggior parte dei casi sono diventati sede di imprese attive nel settore della ristorazione e si prestano per ospitare feste di vario genere. Poco adatti ai matrimoni abito in bianco, si rivolgono piuttosto a chi predilige atmosfere e gusti rustici, come attestano i tre esempi di Zurigo e Basilea documentati in questo contributo.
KdS | MAH | MAS
Les espaces et édifices publics de la ville de Genève
Présentation officielle du 129e volume des Monuments d’art et d’histoire de la Suisse
Ein Schlussstein in zweifacher Hinsicht
Buchpräsentation des 131. KdS-Bands zur Grossstadt Zürich 1860–1940
Fruchtbare Zusammenarbeit im interdisziplinären Team
Arbeitstagung anlässlich der Projekthalbzeit des KdS-Bands BS X zum Basler Münster
Canton Ticino, Distretto di Locarno IV
Il libro elettronico
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Nicole Pfister Fetz, lic. phil. I, Präsidentin GSK
Billet de la présidente
Variablen und Konstante
Publikationen der GSK | Publications de la SHAS | Pubblicazioni della SSAS
Schweizerische Kunstführer Serie 99/100
Zum Gedenken an Georg Germann
1935–2016
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- Die Seele Japans
Zen-Gärten, Tempel, heisse Quellen und Teezeremonien - Landschaften der Eleonore von Aquitanien
Unterwegs in Poitou, Touraine, Anjou
Bücher | Livres | Libri
- L’architecture religieuse en Suisse romande
- Die frühe Marmorskulptur aus dem Kloster St. Johann in Müstair
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