Nel 1983, l’Istituto di storia e teoria dell’architettura del Politecnico Federale di Zurigo presentò una mostra dedicata all’architetta Lux Guyer, che inaugurò l’ampio dibattito sul ruolo delle donne nell’architettura svizzera. Da allora sono successe tante cose. Numerose ricerche e pubblicazioni hanno ricostruito un’immagine differenziata del contributo dato dalle donne all’architettura svizzera, nonostante abbiano spesso incontrato una notevole resistenza. Nel suo testo, Evelyne Lang Jakob traccia il profilo di alcune di queste pioniere, quali Flora Steiger- Crawford, Claire Rufer e Jeanne Bueche, contestualizzando il loro operato e indagando importanti quesiti relativi al loro lascito.
Il tema di questo numero, estremamente ricco di sfaccettature, è stato esaminato da 14 autrici e autori che nell’insieme offrono un ampio sguardo sul contributo delle donne, in particolare nel XX secolo, ma anche nei secoli precedenti.
È con grande piacere che vi segnaliamo inoltre la scoperta dell’architetta e imprenditrice Charlotte Enggist, autodidatta e pioniera delle costruzioni con tetto piano in Svizzera; le prime ricerche sull’operato di questa donna straordinaria sono presentate da Eliana Perotti in collaborazione con Marcel Just. Questa recente scoperta conferma e ribadisce la complessità del tema e invita a proseguire gli studi: la materia per altre avvincenti ricerche non manca e noi ci impegniamo a rimanere aggiornati su questo fronte!
Essay | Essai | Saggio
Pascal Liévaux, Alexandra Ecclesia
Reconsidérer le rôle des femmes dans l’histoire de l’architecture (XVIe-XXIe siècles)
Diverses réflexions à travers des exemples français et suisses
Riassunto
Riconsiderare il ruolo delle donne nella storia dell’architettura dei secoli XVI-XXI
Riconsiderare il ruolo delle donne nell’architettura significa riconsiderarne la storia. Per l’epoca moderna (secoli XVI-XVIII), riconsiderare degli edifici francesi che sono già stati oggetto di studio in passato, consente di individuare il ruolo svolto dalle donne, sia come committenti, sia come artigiane sia, più raramente, come architette. Sebbene alcune di esse abbiano contribuito alla progettazione di un edificio, non sono state riconosciute come architette; l’unico caso noto riguarda un’architetta italiana. In Svizzera, le prime ricerche relative alla storia dell’architettura contemporanea (secoli XIX-XXI) in ottica di genere prendono avvio nel 1992, quando Evelyne Lang dedica la sua tesi di laurea alle prime donne architette in Svizzera. Negli stessi anni nascono diverse associazioni professionali impegnate a favore della formazione differenziata e del riconoscimento delle donne nell’ambito dell’architettura, statistiche alla mano. L’inizio del XXI secolo segna una svolta storiografica, grazie agli studi monografici dedicati a donne architette e ad approfonditi progetti accademici.
Dossier 1
Marcel Just, Eliana Perotti
Der Fall (von) Charlotte Enggist
Eine Schweizer Pionierin des Flachdachbaus
Riassunto
Il caso di Charlotte Enggist - pioniera svizzera della costruzione di tetti piani
Charlotte Enggist, architetta sconosciuta, autodidatta dal curriculum insolito, tramite la sua opera finora ignorata ha segnato l’inizio dell’architettura moderna in Svizzera. Un contributo particolarmente importante lo ha dato nel progetto di un insediamento sorprendentemente precoce dal tetto a terrazza. Il complesso abitativo zurighese degli anni 1930-1931, composto da cinque edifici residenziali, risalta per la modernità del linguaggio, coerentementeapplicato sia alle architetture, sia alla struttura interna, ma anche per l’insolita compartimentazione delle terrazze sul tetto. Allo stesso modo il design del suo spazioso appartamento all’ultimo piano del complesso residenziale, rivela lo spirito della prima modernità architettonica e rimanda a una personalità pionieristica in tutti i sensi. La sorprendente, seppur breve, carriera di Charlotte Enggist, proprietaria e realizzatrice di numerosi complessi residenziali, ha lasciato poche tracce.
Weiterbildung
Weiterbildungsprogramme der ETH Zürich im Bereich Denkmalpflege
MAS- und CAS-Ausbildungsgänge starten im Herbst 2024
Dossier 2
Eva Nägeli
Das Wirken von Berta Rahm
Eine wiederentdeckte Schaffhauser Architektin
Riassunto
L’attività di Berta Rahm, architetta di Sciaffusa riscoperta di recente
Berta Rahm (1910-1998) è rimasta a lungo nell’oblio. A Sciaffusa, alcuni la ricordano come fervente sostenitrice dei diritti delle donne ed editrice, mentre la sua attività di architetta resta ampiamente sconosciuta anche nella sua città natale. Solo la recente riscoperta del padiglione da lei costruito nel 1958 per l’Esposizione nazionale del lavoro femminile (SAFFA) ha richiamato l’attenzione sul suo operato architettonico. Il suo difficile percorso può essere considerato rappresentativo dei problemi quasi insormontabili incontrati dalle donne architette nel XX secolo in Svizzera. La sua attività in ambito architettonico e più tardi in quello editoriale è stata caratterizzata per tutta la vita dalla lotta per l’accettazione professionale e per la parità di diritti alle donne. Attiva come architetta indipendente dalla fine degli anni Trenta fino a metà degli anni Sessanta, Rahm vanta un corpus diversificato e ragguardevole di costruzioni e progetti, in
Dossier 3
Eliana Perotti
Nicht nur Winkelmass und Planrolle
Berufsbilder Schweizer Architektinnen der zweiten Generation
Riassunto
Non solo squadre e planimetrie: l’immagine professionale delle architette svizzere di seconda generazione
Mediante i ritratti fotografici viene analizzata la seconda generazione di architette svizzere che hanno lavorato negli anni Cinquanta e Sessanta, segnando una posizione pionieristica nella storia nazionale della professione. Si schiude un ampio spettro di donne professionalmente attive, che in parte hanno adottato, per la loro autopresentazione, il codice professionale maschile tradizionale, mentre altre hanno sviluppato specifiche strategie «femminili». L’aspetto professionale che si manifesta attraverso l’immagine fotografica, presentandosi in una dimensione pubblica, rivela la realtà sociale del mestiere, ma è allo stesso tempo uno specchio della propria consapevolezza professionale, decodificando inoltre una specifica estetica di genere.
Dossier 4
Isabelle Brunier, François Cojonnex, Isabelle Roland
Construire, gérer, dessiner
Le rôle des femmes dans l’architecture en Suisse romande, XVIe-XIXe siècles
Riassunto
Costruire, amministrare, disegnare: il ruolo delle donne nell’architettura della Svizzera romanda tra i secoli XVI e XIX
L’articolo mette a fuoco tre aspetti del coinvolgimento delle donne nell’architettura della Svizzera francese tra i secoli XVI e XIX. I contributi presentano due donne particolarmente attive come committenti: Catherine de Chandieu e Anna Eynard. Lo studio della corrispondenza tra Catherine de Chandieu e suo marito Charles ha evidenziato il suo significativo ruolo nella supervisione del cantiere e nella pianificazione finanziaria dei lavori del castello di L’Isle, nel canton Vaud. Scopriamo così una donna determinata e perfettamente consapevole dell’effetto che la dimora castellana avrebbe prodotto nel Paese. Anna Eynard, dal canto suo, ha focalizzato la sua attenzione sulle costruzioni realizzate insieme al marito sia a Ginevra che in campagna. La recente scoperta di planimetrie e prospetti da lei disegnati consente di attribuirle la paternità di diversi progetti, nonostante l’esecuzione fosse affidata a professionisti. Già alla sua epoca, il suo talento per l’architettura suscitò l’ammirazione dei suoi contemporanei.
Dossier 5
Evelyne Lang Jakob
Schweizer Pionierarchitektinnen
Sechs Fallstudien
Riassunto
Donne pioniere dell’architettura svizzera – sei casi studio
La mostra su Lux Guyer tenutasi presso l’Istituto di storia e teoria dell’architettura del Politecnico federale di Zurigo nel 1983, segna l’inizio della riflessione scientifica sul ruolo della donna nell’architettura elvetica. In Svizzera le donne svolgono la professione di architetto dagli anni Venti del XX secolo. Le pioniere Lux Guyer e Flora Steiger-Crawford aprirono la strada a numerose esponenti delle generazioni successive, le cui vite e opere invitano all’approfondimento. I casi studio al centro di questo contributo presentano undici architette svizzere indipendenti che hanno svolto un ruolo pionieristico: per comodità di classificazione sono presentate a coppie di cinque, in base alla formazione e alla loro carriera. Il contributo illustra anche la movimentata storia dell’archiviazione delle loro opere. L’undicesima architetta, che completa il novero dei casi studio, è Jeanne Bueche di Delémont.
Dossier 6
Camille Noverraz
Architecture religieuse et arts appliqués
Le rôle des femmes dans le Groupe de Saint-Luc
Riassunto
Architettura sacra e arti applicate – il ruolo delle donne nel Groupe de Saint-Luc
Nella prima metà del XX secolo, il panorama artistico e culturale svizzero è stato fortemente influenzato dalle attività di una società d’arte cattolica nota come Groupe de Saint-Luc e impegnata nel rinnovamento dell’arte sacra. Sebbene si contava un grande numero di architetti e artisti iscritti, la storiografia ha documentato soprattutto il contributo degli esponenti maschili, sebbene il gruppo includesse anche diverse artiste donne. Il testo pone in luce il ruolo di queste donne, ripercorrendo le loro carriere nell’ambito dell’arte sacra e la ricezione delle loro opere. Le riflessioni conclusive sollevano interrogativsui motivi che hanno portato al progressivo oblio della loro attività.
Dossier 7
Laura Hindelang
«Meinen verehrten Freunden zum Andenken von Anna der Elfenauerin»
Frauennetzwerke in der Schweiz und ihr Beitrag zu Produktion und Rezeption der gebauten Umwelt im 19. Jahrhundert
Riassunto
Le reti femminili in Svizzera e il loro contributo alla produzione e alla ricezione dell’ambiente costruito nel XIX secolo
Partendo dalla figura di Anna Feodorowna, il testo ricostruisce le vicende di una rete di donne privilegiate che, nell'arco di due secoli, hanno permesso di ricostruire le preziose vicende della tenuta dell'Elfenau. Nel XIX secolo Anna Feodorowna, nel ruolo di committente, proprietaria e abitante, sviluppò un nuovo concetto per l’Elfenau, creando il primo parco paesaggistico inglese della Svizzera. L’artista Henriette Rath dipinse un ritratto della Feodorowna e fondò il primo edificio museale d’arte pubblico del paese. Henriette-Louise de Meuron garantì la distribuzione europea delle vedute dell’Elfenau e di altri ambienti costruiti, contribuendo così a definire l’immagine pittoresca che le élites europee avevano della Svizzera e della dimora di Anna Feodorowna. A metà del XX secolo, Alix von Wattenwyl si immerse nella storia dell’antica proprietaria della casa e attraverso la sua attività di scrittrice diede origine al confronto, tuttora in corso, con l’eredità di Anna Feodorowna e dell’Elfenau.
Dossier 8
Cristina Zanini Barzaghi, Daniela Dietsche
Strutturiste invisibili
Breve storia delle donne ingegnere civili in Svizzera
Riassunto
L’ingegneria civile è ancora oggi prediletta dagli uomini. Nel corso della storia ci sono tuttavia diverse donne che hanno scelto questa professione, restando quasi completamente invisibili. Desideriamo dare loro visibilità e mostrare il contributo da loro dato non solo alla propria disciplina, ma anche a settori più conosciuti come l’architettura.
Dossier 9
Katia Frey
Blickwechsel ermöglichen und Vorbilder liefern
Das Diplomwahlfach «Frauen in der Geschichte des Bauens» am Departement Architektur der ETH Zürich (1994–2002)
Riassunto
Favorire altri punti di vista e proporre modelli esemplari
Il corso di laurea «Le donne nella storia dell’architettura», introdotto nel 1994 da Flora Ruchat-Roncati presso la facoltà di architettura del Politecnico federale di Zurigo, rappresenta uno dei primi sforzi significativi per promuovere la ricerca e la storiografia di genere nel contesto accademico. Questo corso pionieristico richiamò l’attenzione su un aspetto della storia dell’architettura ancora ampiamente trascurato.
Ruchat-Roncati si avvalse sapientemente e con coerenza di qualunque strumento a sua disposizione per promuovere le donne e gli studi a esse dedicati. Seppe sfruttare in modo programmatico la sua professione e la sua posizione accademica per situare la figura dell’architetta in una dimensione moderna e altamente professionale. Il suo interesse non era tanto rivolto al concetto e alla pratica dell’«essere diversi», quanto piuttosto alla promozione di una «positive presence», che evidenziasse la pluralità
KdS | MAH | MAS
Stephanie Ehrsam
Vom Bauerndorf zur Agglomerationsgemeinde
Am 13. November 2023 wurde in der katholischen Kirche St. Paulus in Dielsdorf die Publikation des siebten Bands der Neubearbeitung der «Kunstdenkmäler des Kantons Zürich» gefeiert. Der Band widmet sich dem Bezirk Dielsdorf und damit einem Gebiet, das in den letzten 70 Jahren starken baulichen Veränderungen ausgesetzt war. Das sorgfältig recherchierte Werk legt in eingängiger Weise die Siedlungsentwicklung und den Wandel der Kulturlandschaft des Bandbezirks dar.
KdS | MAH | MAS
Stephanie Ehrsam et Isabelle Roland
Classicisme et innovations à Genève : une synthèse remarquable sur l’architecture privée
Le cinquième volume des Monuments d’art et d’histoire du canton de Genève, d’Anastazja Winiger-Labuda, a été présenté au public le 20 novembre 2023 au Théâtre de la Fondation Les Salons. Cet ouvrage, consacré aux grandes demeures urbaines des années 1670-1790, offre une vaste synthèse de l’habitat bourgeois et patricien de cette époque, suivie de treize monographies. Basé sur des recherches d’archives approfondies et l’analyse détaillée de nombreux bâtiments, il présente en outre quelques découvertes récentes tout à fait exceptionnelles.
Aktuell | Actuel | Attuale
Nicole Bauermeister, directrice de la SHAS
Billet de la direction
Recherches plurielles
Publikationen der GSK | Publications de la SHAS | Pubblicazioni della SSAS
Isabelle Roland
Le Musée international d’horlogerie à La Chaux-de-Fonds
Un premier Musée d’horlogerie est créé à La Chaux-de-Fonds en 1902, au sein de l’École d’horlogerie. Dès les années 1960, estimant qu’il est trop à l’étroit, les autorités communales et la Fondation Maurice Favre décident de lui offrir un écrin plus digne de ses collections et de son potentiel rayonnement international. En 1968, un concours d’architecture est lancé pour la construction d’un bâtiment spécifique dans le Parc des Musées. Outre 2000 m2 de surface d’exposition, ce futur musée doit contenir une salle de conférence, des ateliers de réparation de pendules et une bibliothèque.
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Gaëlle Nydegger
La grande révolution domestique
Dolores Hayden
Une histoire de l’architecture féministe.
Paris : Éditions B42, 2023, 376 pages
ISBN 978-2-490077-96-0
CHF 49.60
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- Romantische Gärten
Gärten in Wörlitz, Dessau und im «preussischen Arkadien» - Die Seufzer des Mauren
Auf den Spuren der Mauren von Andalusien nach Marokko
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