
I castelli e le fortezze sono parte integrante del nostro paesaggio – la Svizzera rappresenta uno dei paesi a più alta densità di castelli di tutta Europa. La loro presenza ha un ruolo centrale nell’immagine turistica del nostro Paese.
Il periodo più intenso di attività edilizia si verificò nel corso del XII secolo, quando sorsero diversi possenti simboli di rappresentanza e molte dimore straordinarie. Per gli studiosi si presentano affascinanti quesiti e punti d’interesse: per esempio qual è il motivo per cui le residenze signorili si sono trasferite dai centri dei villaggi – posizione scelta nell’alto Medioevo – verso posizioni di spicco più elevate? Il fatto che in questo modo molti edifici assumessero una posizione dominante e che ancora oggi rappresentino dei punti di riferimento nel paesaggio attesta da un lato che venivano fatte riflessioni legate alla sicurezza, e dall’altro l’affermarsi, da parte della nobiltà, di una nuova consapevolezza del proprio potere e della propria immagine.
Oggi i castelli e le fortezze rappresentano per i loro proprietari non solo un piacere, ma anche un onere, soprattutto quando si tratta di manutenzione. Sull'esempio del castello di Grandson e della sua storia pressoché millenaria, Charlotte Gutscher mostra come sia possibile tutelare un bene culturale, valorizzandone la funzione identitaria e al contempo proiettandolo verso il futuro.
Il collega Ferdinand Pajor si è occupato della vita di Eugen Probst (1873-1970), un controverso studioso di fortezze della prima ora, e nel suo articolo ne ripercorre il suo impegno a favore della valorizzazione del paesaggio culturale vernacolare. Thomas Bitterli richiama invece l'attenzione sulla continuità temporale delle fortezze: nel suo contributo indaga le scelte degli strateghi militari del XX secolo nell'allestimento di moderni sbarramenti difensivi, che si basano sullo sfruttamento della posizione delle fortezze medievali.
Dossier 1
Armand Baeriswyl
«Grosse Türme» – Wohntürme, Bergfriede und Donjons
Bemerkungen zu einem baulichen Symbol mittelalterlicher Burgen
Riassunto
«Grandi torri»: torri abitative, torrioni e dongioni
Le fortezze medievali sono un’invenzione architettonica della nobiltà del periodo di poco anteriore all’anno 1000. La loro caratteristica principale era la posizione elevata, visibile da lontano e discosta dai sudditi, ulteriormente sottolineata da costruzioni a torre che simboleggiavano la sovranità e la il potere nobiliari. Possenti torri residenziali dominavano le fortezze dell’undicesimo e dell’inizio del dodicesimo secolo, anche se già allora erano spesso accompagnate da ampi edifici residenziali. Il periodo più intenso di attività edilizia prese avvio nel corso del XII secolo. Quasi tutte le fortezze edificate nel territorio dell’attuale Svizzera risalgono a quel periodo. Le fortezze erano contrassegnate da un diverso tipo di torre principale, il cosiddetto “torrione”, molto più stretto rispetto alle torri abitate e privo di arredi; non aveva funzioni residenziali, ma fungeva da elemento architettonico difensivo e simbolico. Il torrione era accompagnato da un ampio palazzo, sviluppato su più piani, con funzione abitativa e di rappresentanza. Nei secoli XIII e XIV furono introdotte delle differenziazioni e delle nuove combinazioni, fino a quando – dopo il 1350 – si verificò una cessazione della costruzione di fortezze e un progressivo abbandono degli edifici esistenti. Le fortezze rimaste in uso furono trasformate in castelli privati o in sedi dei landfogti: nel primo caso, a partire dal XVII secolo, le torri furono prevalentemente distrutte.
Dossier 2
Patrick Elsig
Valère et Tourbillon
Un bourg capitulaire fortifié et un château
Riassunto
Valère e Tourbillon: una chiesa e un castello fortificati
Sulle due colline di Sion, a definire il peculiare profilo del capoluogo vallesano, si ergono i complessi di Valère e Tourbillon. Essi vengono spesso designati semplicemente come castelli, mentre in realtà meritano una descrizione più differenziata. Tourbillon è un castello a pieno titolo, edificato da un sovrano – il vescovo di Sion – come residenza per sé e il proprio seguito, mentre Valère è la sede del Capitolo della Cattedrale di Sion e costituisce in certo senso un “distretto conventuale”. Se solitamente quest'ultimo include la cattedrale entro i confini delle mura cittadine, Valère rappresenta, in base alla sua storia locale e alla sua topografia, un “distretto conventuale fuori le mura”. La composizione del capitolo, costituito da canonici secolari – chierici della diocesi che svolgono il loro ministero senza appartenere a un ordine religioso – rivela la ragione per la quale questo piccolo borgo è costituito sia da abitazioni singole, sia da spazi comuni, distribuiti intorno a una grande chiesa cinta da un muro fortificato munito di torri. Si tratta di un complesso che si distingue dal castello di Tourbillon, ma anche da un convento abitato da canonici regolari, come per esempio l'Abbazia di San Maurizio d’Agauno.
Dossier 3
Thomas Biller
Die Wohnturmburgen Bertolds V. von Zähringen
Ein Sonderfall des Burgenbaues um 1200
Riassunto
Le torri abitative di Bertoldo V di Zähringen: un’eccezione architettonica tra le fortezze del 1200
L’idea secondo la quale intorno al 1200 si costruivano monumentali torri abitative come simbolo di potere, in particolare per quanto riguarda la famiglia von Zähringen, necessita oggi di una differenziazione. Da un lato in passato gli studi erano eccessivamente concentrati sui von Zähringen, a cui veniva attribuito il maggior numero possibile di torri abitative, quasi ignorando gli altri committenti. Oggi le uniche costruzioni riconducibili non tanto ai von Zähringen in generale, quanto esclusivamente al loro ultimo discendente, Bertoldo V (regnante dal 1186 al 1218), sono quelle di Thun, Burgdorf, Berna e Breisach. D’altro canto molti altri esempi sollevano dubbi, confermati anche nei più recenti studi sul tema. Risulta infatti sempre più evidente che già nei secoli XI e XII, quindi durante la prima fase in cui le fortezze nobiliari si diffusero in Europa centrale, le torri abitative avevano un ruolo prominente; le fortezze di Bertoldo V, di conseguenza, appaiono come un’attestazione tardiva di uno sviluppo avviato molto tempo prima.
Dossier 4
Ferdinand Pajor
Ein Burgenforscher der ersten Stunde
Eugen Probst (1873–1970) – Erinnerungen und Erlebnisse eines Architekten
Riassunto
Eugen Probst: esperto di castelli della prim’ora
Eugen Probst (1873-1970), cofondatore e a lungo presidente dell' «Associazione Svizzera per la salvaguardia dei castelli e delle rovine», fondata nel 1927, è senza dubbio una personalità al tempo stesso brillante e controversa. Per oltre mezzo secolo si è adoperato attivamente a favore della documentazione, del restauro, della tutela e della mediazione del paesaggio culturale svizzero. Quale redattore capo della collana «Die Burgen und Schlösser der Schweiz / Les châteaux et ruines de la Suisse» (Basilea 1929-1948) ha sensibilizzato il pubblico sul tema del nostro patrimonio di castelli e fortezze. Il «padre delle fortezze », come lui stesso si definiva, sosteneva un approccio olistico al movimento per la salvaguardia del patrimonio nazionale (Heimatschutz): come architetto ispirato allo stile tradizionale si è impegnato – soprattutto con le ricostruzioni – a favore della conservazione del patrimonio culturale e della salvaguardia del paesaggio. Attraverso una selezione di documenti della sua autobiografia, il contributo delinea un ritratto in chiaroscuro di Eugen Probst, ponendone in risalto luci e ombre.
Interview
Valeria Frei
Il Castello Visconteo di Locarno
Intervista all’architetto Chiara Lumia, ricercatrice e curatrice della nuova mostra permanente del Museo del Castello, dedicata ai restauri di Edoarda Berta.
Dossier 5
Thomas Bitterli-Waldvogel
Burgen und Bunker
Standortwahl und Festungskontinuität
Riassunto
Fortezze e bunker: la scelta dell’ubicazione e la continuità delle fortificazioni
L’elaborazione dell’inventario delle opere di combattimento e di condotta degne di essere conservate ha rivelato come durante la Seconda guerra mondiale in Svizzera le rovine delle fortezze medievali siano state utilizzate per l’allestimento di fortificazioni moderne. Alcuni dei bunker e delle postazioni di osservazione allestiti lungo il confine del Reno si trovano all'interno o nei pressi di rovine di antiche fortezze, per presidiare le vie di comunicazione strategiche. Nella scelta dell’ubicazione, il concetto di sbarramento tiene conto del significato storico delle fortezze e della loro posizione in prossimità di importanti assi viari. In questi sbarramenti difensivi, le opere di combattimento non erano più poste in posizione sopraelevata, bensì presso strettoie ai piedi di speroni rocciosi, per ritardare in modo più efficace l'avanzata delle armate nemiche. Lo sfruttamento di strutture medievali è ancora più evidente nell'ambito della costruzione di sbarramenti anticarro, alcuni dei quali sono situati a pochi metri di distanza dalle costruzioni difensive tardomedievali.
Dossier 6
Charlotte Gutscher-Schmid
Von der Freude und der Last, ein Schloss zu besitzen
Aus der Geschichte des mittelalterlichen Schlosses Grandson und zum Museumsprojekt «Grandson 2026»
Riassunto
L’onore e l'onere di possedere un castello
Nel 2026, in occasione del completamento degli importanti lavori di restauro del Castello di Grandson, la Stiftung für Kunst, Kultur und Geschichte di Winterthur (SKKG) – dal 1983 principale proprietaria e mecenate del castello –, e la Fondation Château de Grandson (FCG) – responsabile della sua gestione – inaugureranno una nuova mostra permanente. Il presente contributo indaga le precedenti proprietà di un castello dalla storia pressoché millenaria. Se in passato i proprietari di Grandson mettevano in atto, più o meno felicemente, le loro idee e i loro desideri personali, le due attuali fondazioni pongono l’accento sull’accessibilità a un patrimonio culturale fortemente identitario. I visitatori vengono quindi coinvolti attivamente e alla fine del percorso di visita un’apposita scenografia coinvolge la loro visione personale riguardo alla conservazione e alla mediazione del patrimonio culturale.
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Nicole Pfister Fetz, lic. phil. I, Secrétaire générale du European Writer's Council (EWC) et Présidente de la SHAS
Billet de la présidente
Un trésor à préserver
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Michael Leuenberger
Zwischen den Hügeln von Valère und Tourbillon: eine sommerliche GV in Sitten
Die 145. Jahresversammlung der GSK im Walliser Grossratssaal bot ein vielfältiges Programm an Führungen und viel Raum für persönliche Begegnungen für die von nah und fern angereisten Mitglieder.
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Markus Bamert und Marco Sigg
Die Pfarrkirche St. Martin in Schwyz
Das Schicksal der Pfarrkirche St. Martin ist eng verbunden mit der Geschichte des Ortes Schwyz. Mit der Gründung des Fleckens im 8. Jahrhundert wurde eine erste Kirche gebaut. In den kommenden Jahrhunderten benötigte die stets wachsende Bevölkerung grössere Kirchen. Im Jahr 1642 brannte in einer Föhnnacht ein Grossteil des Dorfkerns nieder. In der Folge wurde der grosse Hauptplatz geschaffen, Kirche und Rathaus erhielten dadurch ihre Dominanz, sie sind als Bauwerke von nationaler Bedeutung eingestuft.
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Otto Saxer (1924-2025)
Le 18 avril 2025, 10 jours après son 101e anniversaire s’éteignait Otto Saxer, doyen et ami fidèle de la Société d’histoire de l’art en Suisse.
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Une formation pour la préservation du patrimoine culturel
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Künstlerinnen im Fokus
Bis zum 19. Oktober 2025 zeigt Schloss Spiez Werke von Künstlerinnen, beginnend mit der Malerin Marguerite Frey-Surbek (1886–1981), deren enge Beziehung zum Schloss als Ausgangspunkt der Ausstellung dient.
Auslandreisen | Voyages à l’étranger | Viaggi all’estero
- Entlang des Mekong
Auf der schönsten Route zu verschollenen Tempeln
- Sicilia Divina
Jahreswechsel, wo sich schon die Götter wohl fühlten
Bücher | Livres | Libri
Orangerien und Gewächshäuser in der Schweiz. Architektur für eine exotische Pflanzenwelt im Alpenraum
Jörg Matthies
Orangeriekultur – Schriftenreihe des Arbeitskreises Orangerien in Deutschland e.V., Band 19
Berlin: Lukas Verlag, 2024, 325 S. ISBN 978-3-86732-455-7
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